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PMI: crisi finanziaria e ripresa delle PMI italiane

 
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Frena il credito dei «big»

di Rossella Bocciarelli

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16 ottobre 2009

«Il credito bancario al settore privato non finanziario continua a risentire sia di una ridotta domanda di finanziamenti da parte delle imprese, a causa della difficile congiuntura economica, sia di un orientamento ancora restrittivo dei criteri di offerta, seppure con segnali di attenuazione».
Così l'editoriale dell'ultimo Bollettino della Banca d'Italia descrive quello che è al tempo stesso un sintomo di debolezza congiunturale e uno dei maggiori fattori di rischio per la ripresa, cioè la tendenza alla contrazione del credito, che riguarda in questo momento soprattutto le imprese, piccole e grandi.

Il Bollettino snocciola i dati: ad agosto i prestiti bancari all'economia risultavano aumentati del 2,2 per cento rispetto all'agosto del 2008, quando crescevano a un ritmo del 10 per cento.
Ma se si escludono i fattori stagionali, il credito in quel mese ha ristagnato: infatti, spiegano gli esperti della Banca centrale, la variazione destagionalizzata sui tre mesi,riportata alla base annua è stata nulla, come risultato di una contrazione dei prestiti alle imprese (-2,1 per cento in ragione d'anno) e di un incremento del 2,8% dei prestiti alle famiglie. Tra l'altro, il grafico sui debiti verso le banche per classe dimensionale dell'impresa mostra che se nei mesi scorsi la decelerazione dei prestiti ha colpito con particolare intensità le pmi, ad agosto la stagnazione del credito ha interessato tutte le aziende.
Se poi si esamina da vicino il comportamento degli istituti, si vede che i prestiti erogati dai primi cinque gruppi bancari (al netto delle sofferenze e dei pronti contro termine) risultavano in diminuzione del 3,5% in agosto rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre quelli concessi dalle altre banche seguitavano a crescere, seppure in decelerazione, a un ritmo del 5,4 per cento. Un divario, quello fra grandi banche e resto del sistema creditizio che, dice Bankitalia, si osserva tanto nella dinamica dei prestiti alle famiglie che in quelli alle imprese e fra queste ultime, sia per le grandi che per le piccole.

Nell'analisi di Banca d'Italia dietro alla frenata degli impieghi bancari ci sono tanto i problemi sul lato della domanda di credito dovuti alla difficile congiuntura quanto le tensioni sul lato dell'offerta. Che le imprese versino in una situazione complicata si vede anche dalle risposte fornite dalle aziende in un sondaggio congiunturale svolto dalla Banca centrale a proposito del credito commerciale: la quota di aziende che riportano un aumento ,tra luglio e settembre ,delle dilazioni di pagamento concesse ai clienti supera di ben 42 punti percentuali quella di coloro che segnalano una riduzione.
Quanto alle difficoltà di accesso al credito, cioè il grado di restrizione dell'offerta di prestiti e il rischio di credit crunch vero e proprio, il Bollettino cita i risultati relativi alle banche italiane partecipanti all'indagine sul credito bancario dell'Eurosistema ( Bank lending survey), quella nella quale le aziende di credito dettagliano le caratteristiche della loro attività operativa. Ebbene, anche nel secondo trimestre dell'anno le banche italiane hanno segnalato un inasprimento delle condizioni di offerta del credito, annota Bankitalia, seppure nettamente inferiore rispetto a quelli attuati nei due trimestri precedenti. Inoltre, ricordano gli economisti di via Nazionale, indicazioni di difficoltà di accesso al credito bancario continuano a provenire anche dalle indagini presso le imprese (il riferimento è ai risultati dell'indagine Bankitalia-Il Sole 24 Ore, si veda il Sole 24 ore dell'11 ottobre). Anche in questo caso, tuttavia, conclude il Bollettino, emergono segnali che il ritmo con cui procede la restrizione dell'offerta si sta attenuando.

16 ottobre 2009
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